Esposizione ai PFAS nelle Acque Potabili

Aggiornato il
min reading
Le contaminazioni dell'acqua potabile
Le contaminazioni dell'acqua potabile

In Lombardia, la scoperta di composti poli e perfluoroalchilici (PFAS) nelle risorse idriche di alcuni comuni ha acceso i riflettori sull'importanza della qualità dell'acqua per la salute pubblica. Questi composti chimici, utilizzati in svariati processi industriali, sono noti per la loro persistenza nell'ambiente e i potenziali rischi per la salute umana. L'indagine condotta ha svelato una realtà inquietante, stimolando un dibattito pubblico sulla necessità di interventi normativi e azioni concrete per garantire la sicurezza dell'acqua che scorre dai nostri rubinetti.

Metodologia di Campionamento e Risultati

Nel periodo tra il 12 e il 18 maggio, è stata effettuata una raccolta di campioni di acqua potabile in diverse province lombarde. In totale, sono stati raccolti 31 campioni, analizzati successivamente da un laboratorio indipendente per valutare la presenza di PFAS. I risultati hanno evidenziato una contaminazione in 11 di questi campioni, rappresentando circa il 35% del totale. In particolare, quattro campioni hanno mostrato livelli di PFAS superiori ai limiti stabiliti dalla Direttiva europea 2020/2184, con concentrazioni significativamente elevate riscontrate in alcuni comuni delle province di Lodi e Bergamo, anche l’acqua di Milano risulta inquinata da PFAS.

Implicazioni per la salute

L'esposizione ai PFAS può portare a una serie di problemi di salute, includendo alcune forme di tumore. La contaminazione dell'acqua potabile è particolarmente preoccupante poiché può esporre grandi segmenti della popolazione a questi composti chimici nocivi. In alcuni comuni, le elevate concentrazioni di PFAS rilevate necessitano di interventi immediati per prevenire rischi per la salute. È essenziale implementare campagne di monitoraggio regolari e trasparenti, condividendo i dati con la cittadinanza per creare consapevolezza e promuovere azioni preventive al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente.

Impatto sulla fauna e flora locali

L'inquinamento da PFAS non solo rappresenta una minaccia per la salute umana, ma può anche avere effetti nocivi sulla fauna e flora locali. Questi composti chimici, una volta entrati nell'ecosistema, possono accumularsi nei tessuti degli organismi viventi, alterando il loro sviluppo e funzionamento. Inoltre, la contaminazione delle acque può influenzare negativamente la biodiversità acquatica, alterando la catena alimentare e causando squilibri ecologici. È fondamentale condurre ulteriori studi per comprendere meglio l'impatto a lungo termine dei PFAS sull'ambiente e sviluppare strategie efficaci per prevenire e mitigare i danni.

Azioni legali e risposta delle autorità

A seguito della rilevazione della contaminazione, sono stati presentati sei esposti alle Procure lombarde competenti, sollecitando l'identificazione delle fonti inquinanti e l'adozione di misure per mitigare l'inquinamento. L'obiettivo è prevenire ulteriore esposizione della popolazione ai PFAS, soprattutto nei punti sensibili come fontane pubbliche vicino a scuole o parchi giochi. Le autorità, in risposta, dovranno valutare le azioni legali e regolamentari necessarie per affrontare la situazione, garantendo al contempo la trasparenza e la comunicazione efficace con i cittadini riguardo ai rischi associati e alle misure di prevenzione adottate.

Il Cammino verso un Divieto Nazionale dei PFAS

La scoperta di contaminazione da PFAS in Lombardia sottolinea l'urgenza di una regolamentazione più rigorosa su scala nazionale. Molti paesi europei hanno già intrapreso passi verso il divieto di questi composti chimici pericolosi. In Italia, il cammino verso un divieto nazionale dei PFAS richiede un impegno congiunto tra autorità governative, settore industriale e comunità scientifica per valutare l'entità del problema e sviluppare soluzioni sostenibili. La sensibilizzazione pubblica e la pressione civica possono giocare un ruolo cruciale nell'accelerare l'adozione di politiche più rigorose per la protezione della salute pubblica e dell'ambiente.

Europa e Stati Uniti contro i PFAS

Diversi paesi hanno intrapreso azioni per limitare o vietare l'uso di sostanze chimiche PFAS, riconoscendo i loro potenziali rischi per la salute umana e l'ambiente. Ecco alcuni esempi.

Unione Europea: Cinque paesi europei - Danimarca, Germania, Norvegia, Svezia e Paesi Bassi - hanno presentato una proposta di restrizione dei PFAS all'Unione Europea nel 2023, con l'obiettivo di vietare l'uso e la produzione di tutte le sostanze chimiche PFAS come identificate secondo la definizione dell'OCSE1. Questi cinque paesi hanno formalmente annunciato l'intenzione di presentare una proposta di restrizione per i PFAS all'Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) nel 2022 come primo passo verso un divieto europeo sui PFAS2.

Stati Uniti: Lo stato del Maine è stato il primo governo al mondo a vietare la vendita di prodotti cosmetici contenenti PFAS a partire dal 2030. Questi esempi evidenziano una tendenza crescente verso la regolamentazione più rigorosa dei PFAS in risposta alle preoccupazioni relative alla salute pubblica e all'ambiente. L'azione coordinata a livello internazionale potrebbe fornire una base solida per l'adozione di misure simili anche in Italia, in linea con gli sforzi globali per ridurre l'esposizione ai PFAS e mitigare i loro effetti nocivi.